Emilia-Romagna

Co-progettazione e partecipazione per un adattamento inclusivo

Tra turismo, residenti e natura

Uno dei lidi più frequentati in Italia, ma anche zona residenziale e area ricca di biodiversità che già da molti anni affronta i cambiamenti con strategie e interventi diversi.

La costa della regione Emilia-Romagna si estende per circa 130km, lungo i quali vivono più o meno 500.000 residenti. Questo numero però viene quasi raddoppiato durante la stagione balneare, e le presenze turistiche totali arrivano a quasi 40 milioni. Oltre alle infrastrutture per il turismo, la costa ospita inoltre 34.000 ettari di aree naturalistiche protette tra cui parchi, riserve naturali, aree di riequilibrio ecologico, e siti tutelati da Natura 2000. Negli ultimi decenni, è stato registrato un aumento della vulnerabilità del territorio all’innalzamento del livello del mare e alle mareggiate a causa dei fenomeni di subsidenza (abbassamento del livello del suolo) e di una sempre più scarsa alimentazione della costa con sedimenti e ghiaie che un tempo venivano portati dai fiumi, ma che oggi, a causa dei cambiamenti nei regimi idrici, non ci arrivano. Questa mancanza di sedimenti rende la costa più vulnerabile alla forza del mare, facilitando i fenomeni di erosione.

Il ruolo dell’urbanizzazione

Oltre ai fenomeni già menzionati e comuni ad altre coste dell’Adriatico, l’urbanizzazione iniziata negli anni ’50 e proseguita fino alla fine del secolo scorso per ospitare il sempre maggior numero di turisti che vogliono visitare la Regione, ha creato delle ulteriori condizioni di esposizione ai rischi legati al mare: la crescente tendenza a costruire edifici ed infrastrutture troppo vicino alla spiaggia, sostituendo il cordone dunoso che faceva da barriera alle forze del mare, ha contribuito ad abbassare la quota del suolo rendendo la costa ulteriormente vulnerabile ad alluvioni ed erosione.

La prima risposta: la Strategia per la gestione integrata delle zone costiere

Già dagli inizi degli anni 2000, la Regione Emilia-Romagna ha iniziato a lavorare per rispondere a queste problematiche, creando una prima Strategia per la gestione integrata delle zone costiere approvata nel 2005, all’interno della quale figurava l’utilizzo del ripascimento costiero come mezzo di contrasto all’erosione e al fenomeno di ingressione marina. Tuttavia, questa Strategia e le Linee Guida in essa contenute tenevano in conto molto relativamente il cambiamento climatico ed i suoi effetti (tra cui l’innalzamento del livello medio mare). È quindi emersa l’esigenza di creare una nuova strategia che riprendesse i principi della gestione integrata delle zone costiere, ma che ponesse particolare attenzione agli effetti del cambiamento climatico sulle coste e conseguentemente proponesse le misure più efficaci per contrastarli.

Progettare il futuro insieme: Che Costa Sarà?

Grazie alla partecipazione al progetto Adriaclim, la Regione Emilia-Romagna ha avuto la possibilità di dare avvio ad un processo partecipato che ha coinvolto diversi altri enti territoriali (Protezione Civile, Agenzie Regionali, ArpaE) e tutta la comunità costiera regionale nella creazione della nuova Strategia di gestione integrata per la difesa e l’adattamento della costa ai cambiamenti climatici (GIDAC). Questo percorso di co-progettazione e co-creazione, denominato “Che Costa Sarà”, ha visto la sua fase di lavoro assieme alla cittadinanza nell’arco di tutto il 2021. Avviatasi con una giornata informativa, questa fase ha previsto diversi incontri e seminari nei quali si è condiviso un quadro conoscitivo, sono state individuate le vulnerabilità e le necessità delle varie aree ed è stata definita una visione comune rispetto a come ci si immagina la costa nel 2050. Attualmente il processo è giunto alla fase di approvazione da parte della Regione del documento finalizzato contenente tutti gli input forniti dai cittadini attraverso la piattaforma online PartecipAzioni.

I risultati del processo condiviso

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Roberto Montanari

Area Difesa del Suolo, della Costa e Bonifica, Settore Difesa del Territorio, Regione Emilia-Romagna

Un esempio di adattamento “verticale”: il waterfront di Rimini

Quando non è possibile far arretrare l’edificato ormai consolidato, è necessario agire sulla zona già esistente per ridare quota alle spiagge. Un caso interessante di questa strategia di adattamento si trova nella zona sud del Comune di Rimini: un intervento di riqualificazione del waterfront (fronte-mare) che ha previsto l’innalzamento della quota del suolo, unitamente all’eliminazione del traffico veicolare e alla piantumazione di vegetazione autoctona per favorirne la stabilità. Sono stati inoltre installati diversi servizi di wellness per la cittadinanza e per i turisti. Questo intervento, che rende il waterfront più fruibile oltre che “smart”, rappresenta un esempio unico in Italia. La riqualificazione sta procedendo a lotti e prevede anche la regimazione idraulica del territorio immediatamente dietro il waterfront.

I prossimi passi

Ora che la Strategia di gestione integrata per la difesa e l’adattamento della costa ai cambiamenti climatici della Regione è pressoché completata, si sta costruendo un sistema di monitoraggio dell’attuazione delle azioni e delle misure e della loro efficacia. Inoltre, il processo partecipativo continuerà nel tempo, anche successivamente all’approvazione della Strategia: mantenere vivo il dialogo con il territorio è necessario per concorrere agli obiettivi di riduzione della vulnerabilità, di conservazione degli ecosistemi e di preservazione del sistema costiero per le generazioni future.

Lavorare assieme ai giovani: l’Innovation Camp della Commissione Europea

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Roberto Montanari

Area Difesa del Suolo, della Costa e Bonifica, Settore Difesa del Territorio, Regione Emilia-Romagna

Il patto intergenerazionale per la difesa e l'adattamento della costa dell'Emilia-Romagna ai cambiamenti climatici

Il percorso scelto per la partecipazione al bando dell’Innovation Camp si chiama Patto intergenerazionale per la difesa e l’adattamento della costa dell’Emilia-Romagna ai cambiamenti climatici, e ha lo scopo di far interagire un gruppo ristretto di portatori di interesse, metà esperti di politiche e metà giovani tra i 18 e i 30 anni, per definire insieme le modalità di collaborazione nell’attuazione della Strategia. Altro obiettivo dei laboratori è la condivisione di strumenti di comunicazione: identificare cioè quali linguaggi e quali mezzi sono i più efficaci per raccontare l’ambiente costiero e le sue problematiche ad un pubblico vasto ed eterogeneo. Il terzo obiettivo dei tavoli condivisi è la creazione di un sistema di monitoraggio del miglioramento continuo delle conoscenze, e in questo i giovani imparano ma possono anche insegnare: attraverso la piattaforma PartecipAzioni, le idee e le proposte dei più giovani verranno condivise, valutate e i prototipi migliori verranno selezionati per essere implementati in futuro.

Molto spesso i punti di vista e le idee delle giovani generazioni possono insegnare molto anche agli esperti

Roberto Montanari

Area Difesa del Suolo, della Costa e Bonifica, Settore
Difesa del Territorio, Regione Emilia-Romagna